bs_VolhaAlPianoda “Il Piccolo” di Trieste

TRIESTE – Volha Stsiazhko, diciassettenne originaria di Minsk, Bielorussia, è la vincitrice della sesta edizione del Premio pianistico internazionale intitolato a Stefano Marizza, organizzato ogni anno dall’Università Popolare di Trieste in collaborazione con il Conservatorio “Giuseppe Tartini” e la famiglia Marizza.

Con un’energia e una forza quasi incredibili, la giovanissima pianista, che frequenta il Collegio del Mondo Unito dell’Adriatico di Duino (ad applaudirla in sala anche il rettore Marc Abrieux) ha conquistato la giuria internazionale presieduta da Dario De Rosa, della Scuola internazionale di musica da camera del Trio di Trieste di Duino, e formata dai pianisti György Nádor dell’Accademia di Musica di Budapest, Jürg von Vintschger dell’Accademia di Musica di Vienna, Massimo Gon e Giampaolo Stuani del Conservatorio di Musica “Tartini” di Trieste.

Due premi speciali ex aequo sono stati conferiti ad Adam György e Mali Emese, rispettivamente un pianista di vent’anni e una pianista ventiduenne provenienti entrambi dall’Ungheria.

Un attestato di merito è stato assegnato a Federico Lovato, ventiseienne di Treviso, assente alla cerimonia di premiazione.

In una sala “Tartini” gremita, a portare i saluti per primo il direttore del Conservatorio Massimo Parovel, che ha dato il benvenuto e ha sottolineato l’alto livello e il pregio di questa manifestazione, la cui importanza è stata sottolineata poi dal presidente dell’Università Popolare di Trieste Aldo Raimondi poichè, come ha affermato, “ci riporta alla grandissima figura di Stefano”. Raimondi ha rilevato inoltre come ogni anno aumenti il numero e la qualità dei partecipanti.

A deliziare il folto pubblico è stata per prima Mali Emese con la “Partita in sol maggiore BWV 829” di Bach, in un’esecuzione armoniosa, ben calibrata e a tratti vivace, dal tocco limpido, pulito e preciso.

Adam György ha travolto il pubblico nella passione della “Ballade in sol minore op. 23” di Chopin e de “La campanella” e “Gnomenreigen” di Liszt. György ha interpretato il pieno romanticismo dei brani con una sicurezza tutta giocata su dei forti e dei fortissimi, eseguendo con straordinaria leggerezza e disinvoltura scale cromatiche lunghe tre ottave e scale a due ottave ascendenti e discendenti, che hanno lasciato i presenti quasi senza fiato.

Per ultima la vincitrice che ha attaccato con i “Sarcasmi” di Prokofiev in modo così energico e forte da dare la sensazione di stare ad ascoltare non uno bensì due pianoforti contemporaneamente. A seguire la “Ballata II op. 38” di Chopin, anche questa un’esecuzione perfetta e degna di una professionista, con delle note fortissime smorzate a tratti in un languido rallentato di note pulite e legatissime.

Alle autorità presenti sono stati distribuiti due Cd realizzati in collaborazione con le Assicurazioni Generali, contenenti i brani di Giacomo Miglioranzi e Tihamér Hlavacsek, vincitori della terza e quarta edizione del Premio.

A una pianista bielorussa il Premio Stefano Marizza