da “Il Piccolo” di Trieste

di Lorenzo Degrassi

IL CONVEGNO

L’Unione europea tra realtà e prospettive è il convegno promosso nella sala Filoxenia dall’Ande (Associazione Nazionale Donne Elettrici) in collaborazione con Rde Radio Tv (nella foto di Andrea Lasorte). Introdotto dalla presidente dell’Ande Trieste, Etta Carignani Melzi, vi hanno preso parte Stefano Amadeo, ordinario di diritto dell’Unione europea, Federico Donelli, ricercatore in relazioni internazionali dell’Università di Trieste, Alessia Voinich, ricercatrice dell’Università di Milano-Bicocca e lo storico Stefano Pilotto in qualità di docente di geopolitica.

Amadeo ha enunciato le funzioni del Parlamento europeo e la proporzionalità del numero dei seggi per ogni seggio, “proporzionato alla popolazione in modo degressivo, cioè non aumentato in relazione del numero degli abitanti, perché non seguendo questo principio la Germania (lo stato più popoloso dell’Ue) dovrebbe avere quasi 400 parlamentari. Un Parlamento che opera in modo transnazionale esercita attività politica controllando tutte le istituzioni, in particolare modo la Commissione europea”.

Donelli ha ricordato come queste elezioni si inseriscono in un contesto importante, dall’esito delle quali assieme a quelle degli Stati Uniti dipenderà non solo il futuro di questi due territori ma l’ordine liberale nel suo complesso. “Per contare di più serve fare un passo in più nella direzione di un esercito comune e una politica estera comune, perché l’Europa non può permettersi di chiudersi sempre più e rimanere a guardare, avendo un confine con la Russia da un lato e il Medio oriente a un passo. Il disordine internazionale ci impone delle scelte che non sono quelle che avremmo preso 10/15 anni fa ma siccome la guerra c’è e non per colpa degli europei si impone un ripensamento dei trattati europei”.

Voinich ha parlato dello sviluppo sostenibile all’interno dell’Europa, tema caro alla componente giovane dell’elettorato europeo. “In assenza di misure concordate fra i 27 componenti europei potrebbero insorgere delle misure unilaterali da parte dei singoli Paesi e ciò si tradurrebbe in ostacoli alla circolazione di merci, di capitali, alterazione della concorrenza e a un pregiudizio di natura economica”.

Cristallino l’intervento del professor Pilotto, inerente a quello che può essere il migliore destino dell’Ue. “Un Europa a 27 non è facilmente governabile – ha ricordato Pilotto – perciò è necessario scegliere tra un’Europa più integrata o una meno integrata consolidando le singole sovranità nazionali. L’Europa la propria consistenza la deve ritrovare dal suo interno per preparare la crescita delle nuove generazioni”.

L’Ande chiama gli esperti e affronta il ruolo dell’Unione europea davanti al voto di sabato e domenica