8 Hlavacsekda “Il Piccolo” di Trieste

TRIESTE – Ha avuto luogo giovedì scorso alla sala auditorium del Conservatorio “Tartini” di Trieste, la cerimonia di conferimento del premio pianistico internazionale dedicato a Stefano Marizza, giunto quest’anno alla quarta edizione.

Promosso dall’Università Popolare di Trieste in collaborazione col conservatorio e la famiglia Marizza, il concorso ha visto in lizza, su ventitrè iscritti, undici giovani pianisti provenienti da Italia, Slovenia, Croazia, Austria e Ungheria, in possesso di una solida preparazione che dimostra, come sottolineato da Massimo Parovel, “il livello qualitativo in costante crescita”.

Al maestro Raffaello de Banfield, presidente della giuria composta dai pianisti György Nádor, Jürg von Vintschger, Vinko Hass e Massimo Gon, il compito di proclamare vincitore l’ungherese Tihamér Hlavaksek “per l’impressione artistica suscitata nella giuria che l’ha votato all’unanimità e per la forte personalità che ha caratterizzato le sue esibizioni”.

Due anche gli attestati di merito conferiti a Bruna Pulini “per la tecnica brillante e per il vibrante temperamento” e ad Alessandro Taverna “per il grande talento che lascia intravedere grandi possibilità e per la coerenza nelle sue esecuzioni”.

Quindi i premiati si sono esibiti in un concerto che prevedeva pagine di Alberto Evaristo Ginastera, Ferruccio Busoni e Sergej Prokofiev. Bruna Pulini, mani d’acciaio e tempra caliente, si è trovata a proprio agio con gli stacchi ritmici e le sollecitazioni virtuosistiche che caratterizzavano le “Tre danze argentine” di Ginastera, mentre Alessandro Taverna ha saputo rendere con tecnica adeguata e sensibilità d’interprete l’impianto strutturato e drammatico della parafrasi sulla “Carmen” di Bizet elaborata da Busoni secondo una prassi compositiva portata in auge da Liszt.

Infine, il vincitore Tihamér Hlavaksek ha affascinato l’uditorio con una febbrile lettura della “Sesta sonata” di Prokofiev in cui, accanto alle asprezze sonore, agli accordi taglienti e alle imperboliche agilità, nicchie di raccoglimento melodico trovano seducente collocamento, nell’ottica di un’interpretazione potente e calibrata al tempo stesso.

Calorosa l’accoglienza del pubblico che ha tributato agli interpreti prolungati applausi.

Patrizia Ferialdi

Febbrile lettura di Prokofiev resa affascinante da Hlavaksek